Saturday, September 20, 2014

You are my Shining Star - capitolo 27


27.
PLEASED TO MEET YOU,
HOPE YOU GUESSED MY NAME



L’orologio sul muro della cucina segnava le undici e mezza. Annabelle Laydon gli lanciò uno sguardo mentre faceva saltare i funghi in padella.
“Savannah,” urlò per attirare l’attenzione della figlia maggiore che era nell’altra stanza. “Vai a svegliare tua sorella, per favore. Dille che tra meno di mezz’ora si mangia.”
“Devo proprio?” sbuffò Savannah entrando in cucina. Sua madre l’aveva praticamente costretta a unirsi al brunch domenicale insieme a suo marito, nonostante lei non avesse per niente voglia di vedere sua sorella. Non si erano praticamente parlate da dopo il suo matrimonio, e lei avrebbe tranquillamente continuato a non farlo, se avesse potuto, finché Dianna non avesse rinunciato a quello stile di vita da depravata che stava conducendo.
“Savannah May Laydon, smettila di comportarti come una bambina e fila a chiamare tua sorella!” esclamò la padrona di casa che, dopo trentaquattro anni, era decisamente stufa dei battibecchi tra le sue figlie. Possibile che non potessero mai andare d’accordo?
“Va bene, vado,” rispose la maggiore delle sorelle Laydon, che ormai aveva imparato a non discutere il tono autoritario di sua madre. “E, per la cronaca, non è più Laydon ma Abbot!”
“Usa pure il nome che preferisci, ma porta il tuo sedere di sopra e sveglia tua sorella,” replicò la signora Laydon, felice di constatare che, nonostante ora fosse sposata, sua figlia aveva ancora un minimo di rispetto per la sua autorità.
In realtà, la sua autorità l’aveva ampiamente esercitata per convincere la sua primogenita a presenziare a quel brunch. Dire che Savannah aveva preso male il coming out della sorella era un pallido eufemismo. E va bene, Annabelle doveva ammettere che anche lei non l’aveva preso proprio benissimo all’inizio, ma ora che aveva avuto tempo di processare, l’idea che sua figlia avesse trovato qualcuno che amava e che la faceva stare bene non era poi così tremenda, uomo o donna che fosse.
A essere sincera, Annabelle avrebbe voluto conoscere questa Vivien che aveva fatto perdere la testa a sua figlia. Dianna le aveva annunciato che sarebbe tornata a London insieme alla sua fidanzata in occasione della riunione del liceo ma, alla fine, Vivien aveva avuto un impegno di lavoro improvviso e non era potuta venire. Annabelle sperava sorgesse presto un’altra occasione per conoscere la nuova fiamma della figlia minore, anche perché era desiderosa di provare a Dianna che aveva accettato la situazione e che era disposta ad accogliere Vivien nella famiglia e farla sentire ben voluta. Non era mai stata brava a farsi capire a parole dalla sua secondogenita, forse perché erano sempre state molto diverse caratterialmente, e sperava che i fatti potessero dimostrare a Dianna che quella relazione aveva ora la sua approvazione, e chissà, forse anche farsi perdonare per la reazione non propriamente solidale che aveva avuto nel momento del coming out.
Il corso dei suoi pensieri fu interrotto dall’urlo di Savannah proveniente dal piano superiore.
“Che cazzo?!”

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