Tuesday, June 30, 2020

Clean - capitolo 9


9.
I PRETEND YOU'RE MINE ALL THE DAMN TIME

 
Tre anni fa.

Sei sdraiata a pancia in giù sul letto, gli occhi chiusi e hai un sorriso felice sul volto, mentre una mano delicata sta disegnando cerchi immaginari sulla tua schiena nuda.
“Stai dormendo?” La voce sensuale di Dianna è ancora più roca a quest’ora di notte, e ti fa venire la pelle d’oca.
Scuoti la testa e sospiri beatamente.
“No, mi sto solo godendo la quiete di questo momento.”
Apri gli occhi giusto in tempo per vedere il suo viso avvicinarti al tuo, e poi le vostre bocche si uniscono in un dolcissimo bacio.
“Che ore pensi che siano?” ti chiede quando vi separate.
Allunghi il braccio per poter raggiungere il tuo telefono e controllare.
“Quasi le quattro del mattino. Wow, abbiamo davvero perso la cognizione del tempo.”
Non avete messo piede fuori da quella camera d’albergo per due giorni, da quando siete rientrate dopo il vostro primo appuntamento. Hai detto a tutti di non disturbarti, e per una volta ti hanno ascoltata. Per le ultime cinquanta ore o giù di lì, siete state solo tue e Dianna; avete mangiato quando avevate fame, dormito quando eravate stanche, e soprattutto avete fatto il più meraviglioso, sconvolgente sesso della tua vita.
“Sai cos’è davvero strano?” se ne esce dal nulla. “Praticamente non ti conosco per niente.”
Devi ammettere che ha ragione. Siete state a un appuntamento insieme, e ok, avete parlato di tanti argomenti diversi, ma questo non vuol dire che vi siate conosciute. Eppure avete passato la maggior parte degli scorsi due giorni nude nello stesso letto, con le vostre lingue e le vostre dita l’una dentro l’altra.
“Sei sposata?” chiedi improvvisamente, ricordandoti cos’è successo la prima volta che sei stata a letto con Eve.
Dianna spalanca gli occhi e scoppia a ridere.
“No! Perché? Voglio dire, perché mai dovresti pensare una cosa del genere?”
“Non lo so,” scrolli le spalle. “L’ultima volta che ho fatto sesso con qualcuno dopo averla conosciuta da tipo cinque minuti, ho poi scoperto che era sposata.”
“Beh, io non lo sono. E non ho intenzione di esserlo a breve. Non ho una ragazza e neanche un ragazzo. Libera come un uccellino. E tu?”
Deglutisci e ti prendi il tuo tempo per rispondere, cercando di capire come meglio spiegarle la tua situazione non propriamente semplice. Non è che hai qualcosa da nascondere - non hai legami con nessuno, ma come ha detto lei prima, non conosci questa ragazza, e non sai come potrebbe prendere la tua particolare vita sentimentale… beh, vita sessuale, ecco.
“Uhm… non sono sposata, non lo sono mai stata. E non ho una ragazza. Per quanto riguarda i ragazzi… beh, ew! No!” Agiti una mano di fronte a te con un’espressione disgustata sul volto, e Dianna ride. “La mia ultima relazione - l’unica vera relazione, in realtà - è finita molto tempo fa, e dopo quella non ero… non so, diciamo che non ero pronta. Mi sono concentrata sulla mia musica e… ecco diciamo che l’unica relazione significativa che ho avuto in un sacco di tempo è stata una specie di trombamicizia, ecco. Niente di più.”
Quello che hai detto non suona benissimo. Avresti potuto mentire e dirle che sei, come ha detto lei, libera come un uccellino. Probabilmente avresti dovuto. Ma questa ragazza ti piace. Gli ultimi due giorni sono stati i più felici da neanche ti ricordi quanto, e riesci a immaginarti un futuro con lei - se lei lo volesse, ovvio - per cui non puoi iniziare mentendole.
“Trombamicizia, uh?” ripete con voce divertita. “E dimmi, questa amica potrebbe essere gelosa di quello che abbiamo fatto negli ultimi giorni?”
“Assolutamente no.”
“Bene, bene,” dice con gli occhi che le si illuminano, mentre il suo corpo si avvicina al tuo. “E allora visto che abbiamo messo in chiaro che nessuno si ingelosirà, possiamo riprendere da dove eravamo rimaste.”

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Sunday, June 28, 2020

So it goes - Capitolo 2


2.
I can't pretend it's ok when it's not



Le domeniche sono la cosa peggiore.
Durante la settimana posso convincermi che va tutto bene, che la mia vita non si è sgretolata davanti ai miei occhi, che ho ancora un futuro che sto lavorando per costruire, un piano. Ogni giorno è esattamente uguale a come lo era in passato, con lezioni da preparare, lezioni da insegnare, chiacchierate con questa o quella collega. Inizia a diventare difficile la sera, quando torno a casa, mi preparo qualcosa da mangiare e cerco di non pensare a Lilian, alle nostre interminabili conversazione su Skype in cui ci raccontavamo tutto delle nostre giornate, o semplicemente guardavamo un film insieme come se non ci fossero più di novemila chilometri tra di noi. Ma tengo botta. Fortunatamente la scuola chiude abbastanza tardi la sera, quindi ho solo qualche ora da quando torno a casa a quando mi addormento. Dormire è facile, perché nei miei sogni Lilian è ancora nella mia vita - ne è ancora la parte più importante, in realtà - e per quelle preziose ore tutto va bene.
Ma le domeniche sono insopportabili. Troppe ore, troppo poco lavoro da fare.
È il primo weekend da quando sono tornata, ho lavorato tutto sabato - la scuola è chiusa, ma avevo un sacco lezioni da preparare - ma oggi… è come se il tempo si fosse bloccato. Mi sono svegliata abbastanza presto, perché ieri sono andata a dormire poco prima di mezzanotte, e ho passato la prima parte della mattinata a pulire l’appartamento, con musica a tutto volume dagli auricolari per coprire il rumore dell’aspirapolvere e dei miei pensieri.
Jean tornerà a casa stasera finalmente, ma il suo aereo non atterrerà prima delle otto, il che mi lascia con nove ore di noia e di inutili tentativi di non ripetere nella mia testa ogni singolo secondo dell’ultimo anno, chiedendomi quando e dove ha iniziato ad andare tutto a puttane.

Wednesday, June 24, 2020

Clean - capitolo 8


8.
SHE BUILT A FIRE JUST TO KEEP ME WARM

 
Tre anni e mezzo fa.

“Senti, Taylor, è vero che Jake Gyllenhaal ti ha lasciata?” chiede la tua amica Britany, che in quel momento è seduta sul tuo letto vicino a Abigail, la tua altra amica di infanzia, con la faccia di una che sta morendo dalla voglia di fare e ricevere un po’ di serio gossip.
Alzi gli occhi al cielo così tanto che per poco non ti rimangono bloccati in alto.
“Seh, come no,” sbuffi, e loro ridono.
“Già, chi sarebbe così stupido da mollare Taylor Swift?” scherza Abigail, sapendo benissimo che tu e Jake siete solo una mossa di PR.
“Raga, stavo solo scherzando,” si difende Britany. “Mi stavo solo chiedendo perché hai deciso di essere quella che è stata piantata e non il contrario. Come ha detto Abby, chi sarebbe così stupido da mollare Taylor Swift?”
Sospiri. Non è certo il tuo argomento preferito di cui parlare, e non riesci a capire perché le tue amiche sono sempre così desiderose di parlare della tua vita sentimentale falsa. Forse è perché la tua scelta di finti fidanzati ricade sempre su cantanti o attori super famosi che sono il sogno proibito di ogni ragazza.
“La mia pubblicitaria pensa che sia una narrativa migliore. Che mi potrebbe dare più materiale per scrivere nuovi canzoni, qualcosa del genere. Io penso sia una stronzata, ma teoricamente lei sa fare il suo lavoro meglio di quanto possa farlo io.”
“Pensi che Jake potrebbe volere un’altra biondina dalla Pennsylvania, anche se non è alta come te e decisamente non così famosa? È così affascinante, non mi dispiacerebbe proprio uscirci insieme e poi farmi piantare da lui!”
Simuli un conato di vomito. Non riesci davvero a comprendere cosa la gente ci veda in Jake.
“Brit, è gay,” le ricordi. “È per questo che abbiamo stipulato il contratto, ricordi?"
“Lo so,” sospira. “Che spreco, lasciamelo dire.”
“Possiamo non parlarne più, per favore? È già abbastanza dura sentirmi fare domande sulla mia vita sentimentale da ogni singola persona che mi intervista, non ho bisogno di avere anche le mie migliori amiche che si comportano così.”
“E dai, Taylor! Non è che sia proprio sta gran fatica dire un paio di bugie sullo stare insieme a uno strafigo!” esclama Abigail, senza rendersi conto di quanto quel commento ti ferisca.

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Sunday, June 21, 2020

So it goes - Capitolo 1

1.
I got that summertime sadness



Mi ricordo ancora il mio primo incontro con il mondo di Harry Potter. Devo ammetterlo, ci sono arrivata un po’ tardi, perché avevo sempre pensato che fosse una saga per bambini, e io decisamente non lo ero più da un pezzo. Avevo sedici anni ai tempi, e stavo cercando un regalo per la mia sorella affidata nella sezione per bambini di una piccola libreria. Il mio sguardo cadde su un libro intitolato Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. Per qualche motivo, quello strano nome catturò la mia attenzione, al punto che decisi di prenderlo in mano e aprirlo sulla prima pagina. Da quelle poche prime righe scoprii che Harry era un ragazzo strano, perché odiava le vacanze estive.
“Harry è un idiota,” pensai, misi giù il libro e presi a mia sorella qualcos’altro.
Ora, quasi diciassette anni dopo, devo ammettere che il povero Harry non era poi così tanto stupido, visto che oggi è il primo giorno di rientro al lavoro e io non potrei essere più felice che le vacanze estive siano finite.

Sunday, June 14, 2020

So it goes - Prologo



Prologo

Fisso il mio riflesso nello specchio e sistemo con il dito la matita che si è leggermente sbavata sotto l’occhio, poi mi passo le mani tra i capelli per cercare di pettinarli il meglio possibile. Un altro sguardo allo specchio e decido che sì, va bene così, nessuno potrà capire che sono appena stata scopata contro la porta del bagno.
“Sto iniziando ad abituarmi a queste sveltine nei bagni degli aeroporti prima che una di noi parta,” dichiaro a voce alta, sicura del fatto che non ci sia nessuno lì dentro tranne noi due.
Lilian mi fa un sorrisetto malizioso allo specchio, il suo tipico sorrisetto da ‘gatto che si è appena mangiato un canarino’ che tanto amo e che, un giorno, darà il nome alla nostra birra bionda, quando finalmente apriremo il birrificio che sogniamo da cinque anni a questa parte. Questo probabilmente renderà partecipi le persone delle nostre sveltine.
“Non c’è niente che amo di più che salire sull’aereo con ancora il tuo sapore sulle mie dita, amore.”
Sorrido, afferrando la sua maglietta per attirarla a me per un altro bacio.
“Andiamo, ho voglia di un’ultima sigaretta prima del mio volo. A Madrid non c’è l’area fumatori, quindi dio solo sa quando sarò in grado di inserire un po’ di nicotina nel mio corpo la prossima volta,” Lilian si lamenta mentre mi tende la mano e usciamo dai bagni.
Mentre ci avviamo all’uscita, controllo lo stato del suo volo sul monitor: in orario perfetto, il che significa che Lilian ha ancora solo il tempo di un’ultima sigaretta prima di doversi mettere in coda per il controllo di sicurezza e volare via lontana da me. Ancora. Due anni, e non è comunque diventato facile vederla partire. Eppure stavolta è in qualche modo differente: questa volta la nostra relazione a distanza intercontinentale ha una finalmente una data di scadenza.

Clean - capitolo 7


7.
COMING UNDONE

 
Tre anni e otto mesi fa.

“Taylor, vuoi scendere e aiutarmi a preparare la cena? Tay… Taylor? Taylor, tesoro, perché stai piangendo?”
Cerchi di asciugarti le lacrime prima che tua madre entri nella tua stanza, ma non sei abbastanza veloce. Inoltre, tua madre ha una specie di radar che l’avvisa sempre quando stai piangendo, quindi sarebbe inutile cercare di nasconderglielo.
“Non è niente, mamma,” tiri su col naso. “Davvero. È stupido.”
“Oh, tesoro, se qualcosa ti fa piangere, non può essere nulla. Non può. Vuoi dirmi cosa c’è che non va?”
Non puoi dirglielo. È stupido… ok, no, non è stupido, ma comunque… dovresti essere al settimo cielo ora. Il tuo terzo album sta avendo un enorme successo, ci ha messo solo una settimana per diventare disco di platino, ed è il secondo miglior debutto di un’artista femminile della storia. Tutti stanno parlando di te ora; sei una stella. O per lo meno, è così che Eve ti chiama, ma non sei ancora del tutto in grado di capire se si sta prendendo per il culo o meno. Sembra che il passatempo preferito di quella donna sia prenderti in giro, quindi non puoi mai essere sicura al cento percento di ciò che esce dalla sua bocca. Ma in ogni caso, presa in giro o meno, in fondo è più o meno vero che sei una star ora. Eppure, non sei felice. Ma non puoi dirlo ai tuoi genitori, non dopo tutto quello che hanno fatto per permetterti di realizzare i tuoi sogni. Sarebbe da egoisti e ingrati.
“Taylor?” tua madre insiste. È sempre stato così, per quanto tu riesca a ricordare: ogni volta che ha la sensazione che tu stia male, non la smette di tormentarti finché non le dici qual è il problema.
“Mamma, io…” sospiri, poi ti arrendi e giri il tuo portatile verso di lei per farle vedere lo schermo.
“Cos’è?”
Indichi alcuni articoli che hai aperto nel browser. Sono tutti su di te e la tua nuova musica. Solo che non lo sono: non riesci a trovare una sola parola lì che non sia una congettura su di chi parlano le tue canzoni e commenti sulla tua vita sentimentale. Sai che non dovresti darci troppa importanza, soprattutto considerato che non stai insieme a nessuno al momento - per davvero, almeno; da tre mesi hai un contratto - bearding contract, è così che si chiama nell’ambiente - con Jake Gyllenhaal. Non riuscirai mai ad abituarti completamente al dover firmare dei contratti per avere dei finti fidanzati, ma a quanto pare è così che funziona. La tua pubblicitaria, Paula, pensa che sia la via migliore per assicurarsi che nessuno si lasci scappare qualcosa che non dovrebbe. In ogni caso, il problema è che, anche se l’interesse per la tua vita privata potrebbe essere qualcosa su cui ridere e scherzare, non riesci a vederla in quel modo, perché ogni singolo commento sui tuoi ragazzi presenti, passati e presunti toglie attenzione alla tua musica, ed è la musica il motivo per cui vuoi essere famosa e quello per cui vuoi essere ricordata. E in questo momento fa ancora più male, perché eri così orgogliosa di quest’album e del duro lavoro dal quale è scaturito, e quei commenti sembrano sminuire tutto.


Monday, June 8, 2020

Tessellate - capitolo 11


11.
LIFE WAS NEVER WORSE BUT NEVER BETTER

Dianna aveva fame. Le sembrava fossero passati giorni dall’ultima volta che aveva messo qualcosa nello stomaco, e a dirla tutta aveva anche perso la cognizione del tempo, quindi non sapeva esattamente che ore fossero, né se era possibile mangiare. Le succedeva sempre quando iniziava a girare prima dell’alba e andava avanti quasi senza pausa per tutto il giorno. Per quanto ne sapeva lei, potevano essere le due del pomeriggio o le otto di sera, visto che non aveva ancora messo piede fuori dal sound stage da quando ci era arrivata alle quattro del mattino. Tutto sommato, si era meritata almeno un minuto d’aria e una sigaretta, se proprio non poteva avere del cibo.
Uscì dal capannone e la luce del sole le fece bruciare gli occhi. Evidentemente era ancora pomeriggio. Sospirò. Questo voleva dire che il suo ritorno a casa era ancora lontano.
Non fece a tempo a fare due tiri che Kyle le si avvicinò, sventolandole davanti un sacchetto di Subway.
“Chicken & Bacon Ranch Melt, il tuo preferito!” annunciò.
“Il mio salvatore!” Dianna esclamò teatralmente, avventandosi sul sacchetto come se fosse una leonessa su una preda. Non le interessava neanche particolarmente che quel panino contenesse un numero spropositato di calorie - forse troppe per un normale pasto infrasettimanale. Ma, in fondo, quello poteva essere il suo unico pasto della giornata, quindi non era poi così male. E poi il giorno successivo sarebbero stati in location nelle strade, il che voleva dire solo una cosa: corsa, corsa, corsa. Avrebbe tranquillamente smaltito quelle calorie peccaminose in tempo zero.
Si incamminarono verso le loro roulotte e decisero di sedersi sui gradini di quella di Kyle per godersi non solo il loro pranzo in ritardo o cena anticipata, ma anche il piacevole sole di inizio aprile.
Dianna azzannò il suo panino e si lasciò sfuggire un gemito soddisfatto. “Questo è il paradiso!”
“Per curiosità, quand’è stata l’ultima volta che hai mangiato?” ridacchiò l’attore. Non aveva mai sentito la sua amica così famelica come quel giorno.
La donna scrollò le spalle. “Lo sai che non riesco mai a fare colazione quando iniziamo così presto, mi viene sempre la nausea se provo a mandare giù qualcosa. In compenso, la cena di ieri sera è stata epica! El ha proprio superato se ste-“
Si bloccò e si morse il labbro inferiore, sentendosi stupida per la gaffe che aveva appena fatto. Elise e Vivien erano un argomento tabù con Kyle, non ne parlavano mai. Sul set, lui era estremamente professionale, svolgendo il suo lavoro al meglio quando si trovava a recitare con l’una o con l’altra, e anche durante gli eventi a cui dovevano partecipare insieme interagiva con loro come se nulla fosse successo. Però finiva lì. Non appena le telecamere si spegnevano, tornava a ignorare la donna che gli aveva spezzato il cuore e quella che, seppure inconsciamente, aveva causato la rottura. Le uniche comunicazioni tra lui ed Elise avvenivano quelle poche volte che chiedeva il permesso di passare del tempo con Tory, soprattutto quando Jade era in città, e anche in quel caso era sempre freddo e limitava il contatto al minimo indispensabile. Nessuno lo biasimava, ovviamente, nonostante Vivien non apprezzasse le occhiatacce che spesso le venivano rivolte.