Sunday, January 18, 2015

You are my Shining Star - capitolo 28


28.
YOU ARE BEAUTIFUL, NO MATTER WHAT THEY SAY


A onor del vero, le cose sembrarono essere tornate a una parvenza di normalità, almeno per un certo periodo. Con la fine ufficiale dell’estate, la programmazione televisiva rientrò nel vivo e, iniziata la nuova stagione, il cast di Treasure Hunt aveva pochi momenti veramente liberi.
Vivien era tornata a casa dopo il suo fine settimana a London, ed Elise era sembrata più che felice alla notizia che la sua migliore amica aveva finalmente messo la testa a posto ed era tornata insieme a Dianna. La rossa aveva cercato di scusarsi con lei, non solo per il suo comportamento in quell’ultimo mese, ma per tutto il dolore che, seppur involontariamente, le aveva causato negli anni passati. Elise, però, non aveva voluto affrontare l’argomento.
“Non importa, davvero,” aveva detto. “Non parliamone più e dimentichiamoci che sia successo.”
Vivien non era sicura che la via migliore per affrontare la situazione fosse l’evitare di parlarne, tanto più che anche con Dianna non aveva più toccato l’argomento Elise, ma che altro poteva fare, se non assecondare i desideri delle due donne più importanti per lei? Aveva creduto che Dianna sporgesse qualche obiezione al suo voler continuare a vivere con Elise, ma anche quell’argomento non era stato toccato. A quel punto, a Vivien non rimaneva altro che prendere tempo, cercare uno psicologo fidato con cui parlare, ed eventualmente chiedere a lui come risolvere al meglio quella faccenda.
Se doveva essere del tutto sincera, l’idea di entrare in terapia la spaventava notevolmente. Un conto era ammettere, a livello teorico, di poter avere qualche problema, mentre l’altro era sentirsi dare un nome a quel problema da un esperto. E, inoltre, aveva una paura esagerata che le prescrivessero dei medicinali per l’umore o per qualunque problema potesse presentarsi. Dopo essere finita ad abusare ancora di droga, non era sicura che dei medicinali potessero farle un effetto positivo, e aveva paura di diventarne dipendente. Non che i suoi problemi di droga fossero mai arrivati fino a quel punto, ovviamente. Era sempre riuscita a fermarsi in tempo e, da quando aveva detto basta quella sera prima di finire nuovamente a letto con Elise, non aveva più toccato nulla, nemmeno una canna. Però l’idea di dover prendere dei medicinali regolarmente la spaventava, soprattutto perché si sarebbe trattato di psicofarmaci, e non di semplici pastiglie di antidolorifico senza neanche la prescrizione medica.
“Non fasciarti la testa prima di rompertela,” le continuava a ripetere Elise. “Non hai neanche trovato qualcuno da cui andare, quindi non sai se dovrai prendere dei medicinali, e tantomeno se ti daranno dipendenza. Un passo alla volta.”