Wednesday, December 30, 2020

Reese Girls - Capitolo 12

 

12.
ODDIO, I MIEI OCCHI! I MIEI OCCHI!

 


 

Shannon parcheggiò nello spiazzo dentro a Griffith Park. Durante il tragitto, lei e Virginia avevano parlato dei loro programmi per le loro settimane di vacanze e le loro aspettative per l’anno scolastico successivo. Nessuna delle due ragazze sarebbe andata via quell’estate, ed era uno dei motivi per cui avevano scelto di frequentare la scuola estiva.
“Io e mia mamma siamo andate a Londra un paio di settimane appena finita la scuola,” spiegò Virginia. “Per questo ho iniziato la scuola estiva un po’ più tardi. Solitamente facciamo qualche viaggio in agosto, ma visto che quest’anno mamma ha un nuovo lavoro, non abbiamo potuto organizzare niente. Ma mi ha promesso che dopo il mio diploma, tra tre anni, faremo un viaggio in giro per l’America. Dice che non le interessa se dovrà lavorare, troverà un modo per prendersi due mesi di pausa, e saremo solo io e lei. Non vedo l’ora!”
“Quindi tu e tua mamma siete proprio unite, eh?”
Gin annuì. “Sì, molto. Siamo sempre state solo io e lei. Quando ero piccola, mentre lavorava ad Avalon, era sempre in location in qualche foresta, e quindi stavo con i miei bisnonni, ma lei trovava sempre il modo per vedermi il più possibile. Non mi ricordo molto di quel tempo, ero troppo piccola. Poi ha iniziato a lavorare a The Homicide 7, e giravano a Londra, quindi ha preso un appartamento per noi due. Passavo ancora moltissimo tempo con i miei bisnonni, ma da quando ci siamo trasferite a Los Angeles siamo solo noi due. È la mia mamma, ma è anche tipo la mia migliore amica. E tu? Hai un buon rapporto con i tuoi?”
“Penso di sì,” rispose Shannon. “Sono un filo troppo severi, a volte, troppo formali, e  io  sono sempre stata la ribelle della famiglia,  ma sai… sono i miei genitori. Stessa  cosa con mia sorella. Andiamo d’accordo, ma  siamo molto diverse. La cosa più ribelle che mia sorella abbia mai fatto è stata presentarsi a tavola per cena con indosso una maglietta di Yale. Mio padre ha dato fuori di matto, non scherzo. La rivalità tra Harvard e Yale è molto forte, e mio padre l’ha sempre presa molto sul serio.”

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Sunday, December 27, 2020

Tessellate - Capitolo 31

 

31.
SO, BABY, CAN WE DANCE THROUGH AN AVALANCHE?

 

 

 

Agli inizi di aprile le riprese di Treasure Hunt si fecero, come succedeva ogni anno, sempre più intense in previsione del finale di stagione. Quell’anno, però, aleggiava nell’aria una preoccupazione generale, perché i ratings erano calati rispetto alle stagioni precedenti, e il rinnovo non era più qualcosa di praticamente certo, soprattutto tendendo in considerazione il fatto che erano arrivati alla settima stagione, alla fine della quale di solito i contratti degli attori venivano rinegoziati e, la maggior parte delle volte, i loro salari aumentavano. Era un periodo molto delicato nella produzione di una serie tv, quando molti titoli venivano cancellati, e tutti gli addetti ai lavori di Treasure Hunt temevano quella sarebbe stata la fine. Gli autori erano al lavoro per creare un finale di stagione ancora più grandioso e avvincente degli altri che riportasse a loro la fetta di pubblico che avevano perso nel corso degli anni, anche a causa di un cambio di palinsesto non esattamente favorevole, e che convincesse il network a dare loro almeno un’altra stagione.
Dianna era convinta di sapere quale fosse il grosso problema di quell’anno, ma non osava esprimerlo ad alta voce né con i produttori né con i suoi colleghi: la mancanza di Vivien aveva sicuramente causato un calo di interesse nella serie e, nonostante il suo personaggio fosse ancora nominato in ogni episodio e la più grossa storyline di quella stagione ruotasse proprio intorno al ritrovamento di Talia, ormai le speranza che l’attrice inglese tornasse a Treasure Hunt sembrava molto remota. La brunetta ne aveva parlato con Vivien, ma lei era stata molto vaga a riguardo, annunciando che in quel momento era occupata a lavorare a Tessellate e che non aveva ancora avuto alcun contatto con la produzione di Treasure Hunt.
Quel venerdì sera, il giorno prima del matrimonio di Chris e Delilah, Dianna si trovò sul set sola con Kyle, dopo aver girato insieme l’ultima scena della giornata. Dal giorno della prima table read non si erano più scambiati una singola parola che non fosse prevista dal copione, per cui quella sera, esattamente come tutti gli altri giorni, Dianna mandò un saluto generale a tutti prima di dirigersi verso la sua roulotte, ignorando completamente il suo ex migliore amico.  Kyle, però, la seguì fuori dal sound stage.
“Dianna, posso parlarti un secondo?”
L’attrice si bloccò e si voltò a guardarlo, stupita. Non sapeva cosa aspettarsi da quella conversazione, visto com’era finita l’ultima volta che avevano parlato. Lei, però, era decisamente più tranquilla di quanto fosse stata mesi prima, meno sul piede di guerra, quindi cercò di promettersi che non sarebbe esplosa tipo miccia qualunque fosse l’argomento della conversazione.

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Sunday, December 20, 2020

Tessellate - Capitolo 30

 

30.
NO ONE BREAKS MY HEART LIKE YOU

 

 

 

Guardando indietro, Elise poteva dire di essersi innamorata di Vivien la prima volta che avevano parlato, sul set di Bloodlust. Ovviamente ai tempi non ne era stata immediatamente consapevole, ma le era stato chiaro, sin dall’inizio, di essere caduta vittima del potere magnetico di quella donna dal primo sguardo che si erano rivolte. La loro prima conversazione non era stata delle più profonde o interessanti - Elise le aveva fatto notare che, teoricamente, non avrebbe dovuto mangiare il cibo di scena, e Vivien ovviamente se n’era fregata, continuando a infilarsi in bocca patatine fritte e lamentandosi del fatto che erano fredde - ma c’era stato qualcosa di lei che aveva catturato Elise da subito, e dopo quel giorno aveva cercato in ogni modo di avvicinarsi alla misteriosa inglese che non sapeva cucinare, ma che in compenso lasciava tutti a bocca aperta con le sue incredibili doti recitative.
Avevano fatto immediatamente click, e da quel momento, da quel primo pranzo insieme durante una pausa dalle riprese, erano state inseparabili. Elise avrebbe dovuto rendersi conto che stava precipitando in una pericolosa spirale, ma non era riuscita a fermarsi. Aveva provato a non amarla, ci aveva provato davvero, soprattutto i primi tempi in cui era ancora fidanzata, ma era stato tutto inutile. Vivien le aveva rubato il cuore con la stessa facilità e con la stessa nonchalance con cui le aveva rubato le patatine dal piatto di scena. Quasi undici anni dopo, non gliel’aveva ancora ridato, ed Elise dubitava sarebbe mai successo.
A volte Elise si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se non avesse conosciuto Vivien. Si sarebbe sposata con James come avrebbe dovuto fare, o si sarebbero comunque lasciati? Si erano messi insieme che erano così giovani, poco dopo il diploma, ed erano cresciuti, insieme, ma non nello stesso modo, e magari col tempo la loro relazione sarebbe finita comunque, anche se Elise non lo avesse tradito nel modo peggiore in cui si poteva tradire qualcuno: innamorandosi di un’altra persona.
La prima volta che lei e Vivien avevano fatto sesso Elise si era subito resa conto che non sarebbe mai più stata in grado di farne a meno. Vivien Reese era una droga, una potentissima, micidiale droga, che come tutte le droghe che si rispettavano creava dipendenza e conduceva alla distruzione. Eppure, nonostante fosse stata consapevole di questo, non si era fermata, aveva continuato a usare e abusare di quella droga, e alla fine ovviamente ne aveva perso il controllo. Ed era stata la migliore perdita di controllo del mondo! Non se n’era pentita, per anni aveva goduto di tutto ciò che Vivien era stata in grado di darle, senza pretendere niente di più, senza rimpianti. Non le importava di quello che aveva perso stando dietro a quell’amore che non sarebbe mai sfociato da nessuna parte, a lei interessava  solo di avere Vivien, in qualunque modo potesse averla. C’era stato solo un momento in cui quell’amore le aveva provocato più dolore che godimento, ed era stato quando Vivien si era lasciata con Dianna e le aveva chiesto di sposarla. Quell’evento aveva fatto fuoriuscire anni di amore e di dolore, forse perché era stata la prima volta che ne avevano parlato insieme apertamente, ed era stato estremamente difficile per lei riuscire a riportare quello che provava dentro di sé, in quel luogo nascosto nel profondo della sua anima dove ormai si era abituata a tenere i suoi sentimenti per Vivien.

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Wednesday, December 16, 2020

Reese Girls - Capitolo 11

 

11.
HAI MAI STUDIATO STORIA?

 


 

“Allora, com’è andata ieri sera?” Elise chiese alla sua migliore amica.
Erano sdraiate sui divani di Vivien, con l’aria condizionata al massimo per trovare un po’ di sollievo nel mezzo dell’ondata di calore che si era sparsa  per Los Angeles quella mattina, e un barattolo di gelato Ben&Jerry Cake Batter che passava tra le mani delle due donne. Sapevano entrambe che avrebbero dovuto aggiungere almeno un’altra ora di allenamento il giorno successivo per smaltire quelle calorie, ma a loro non importava molto in quel momento.
“È stato carino,” Vivien rispose laconica, poi gemette frustrata. “Perché è così schifosamente caldo oggi?”
“Perché è Los Angeles, ed è estate,” dichiarò Elise. “Allora, ieri sera?”
“È la fine dell’estate, teoricamente dovremmo stare preparandoci per l’autunno. Questa maledetta città e la sua avversione per le  stagioni…”
La bionda alzò gli occhi al cielo per il modo parecchio esplicito della sua amica  di cambiare discorso. Durante gli anni ci si era abituata, e non lo trovava più neanche  irritante. Beh, non troppo per lo meno.
“Siamo a metà agosto, manca ancora più di un mese alla fine dell’estate, e sai una cosa? Se avessi voluto le stagioni, ti saresti dovuta trasferire in Connecticut.”
“Sì,  perché quello mi avrebbe fatto a vere un sacco di ingaggi.”
“Stai tergiversando,” Elise l’accusò, stanca di giocare a quel gioco stupido. “C’è un motivo particolare per cui non mi vuoi raccontare della tua serata col cast?”
Vivien scosse la testa. Non è che non voleva parlarne con Elise, ma sapeva come avrebbe reagito la sua amica, e non aveva particolarmente voglia di avere quella conversazione. Era inevitabile, però, visto che la bionda non voleva lasciar perdere.
“Te l’ho detto, è stata una bella serata. Sono stata bene, e sento che finalmente sto entrando a far parte della squadra. E la tua serata col tuo Vichingo, invece?
Elise ebbe la sensazione che ci fosse dell’altro, ma sapeva anche che spingere la sua amica a parlare non avrebbe portato a nulla, quindi decise di cambiare il discorso momentaneamente.
“È tedesco, non è un vichingo. Hai mai studiato storia?”

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Sunday, December 13, 2020

Tessellate - Capitolo 29

 

29.
LOSING FAITH MAKES A CRIME

 

 

 

Quando Dianna si svegliò quella mattina faticò a ricordare dove si trovasse. Aveva dormito per due anni in quel letto, eppure ora le sembrava così estraneo, come quando viaggiava e passava una notte in albergo, e quando apriva gli occhi si trovava spaesata in un ambiente non familiare, quasi asettico. Ecco, quella camera da letto non era decisamente asettica, anzi… racchiudeva una quantità di ricordi e di sentimenti che, se Dianna si fosse fermata e li avesse ascoltati, sicuramente ne sarebbe rimasta schiacciata. La notte prima Elise si era chiusa a chiave in camera loro, e Dianna aveva deciso di riprendere possesso della sua vecchia camera da letto - della LORO camera da letto, quella di tutte e tre, e che per tutti quei mesi lei ed Elise avevano evitato. Ora che Vivien era di nuovo lì, anche se non in quella casa perché Elise non l’aveva voluta, Dianna finalmente era riuscita a sentirsi a suo agio in quello spazio, nonostante l’inquietudine che provava dal giorno precedente. Era preoccupata, molto preoccupata, per il futuro della sua famiglia. Non si sarebbe mai aspettata una reazione come quella che Elise aveva avuto per il ritorno di Vivien; sì, sapeva che la bionda era arrabbiata, ma sapeva anche che tutta quella rabbia in realtà altro non era che una corazza dietro la quale si nascondeva il dolore immenso che Elise aveva provato quando Vivien se n’era andata. E anche adesso si stava proteggendo, rifiutandosi di perdonare Vivien e raccoglierla nella loro famiglia, ed era comprensibile. Solo Dianna era rimasta sconvolta dalla violenza delle parole di Elise, prima usando il disturbo mentale di Vivien contro di lei per ferirla, e poi quelle accuse che le aveva rivolto… a Dianna si era spezzato il cuore per conto di Vivien.
Eppure l’inglese, quando avevano parlato dopo che Elise si era ritirata in camera da letto, era sembrata molto più tranquilla di quanto Dianna si sarebbe aspettata dopo aver ricevuto un colpo simile. Non era felice, ovviamente, ma si era dimostrata alquanto ottimista per il futuro.
“Non mi arrendo,” aveva detto. “Sono consapevole del male che ho fatto a Elise, non solo quando me ne sono andata a maggio, ma per tutti questi dieci anni. Ha ragione a non volermi più, nemmeno io mi vorrei dopo quello che le ho fatto passare. Ma questi mesi di isolamento mi sono serviti per ragionare sui miei errori, farmi un esame di coscienza, se vogliamo chiamarlo così. Ho commesso un sacco di sbagli con tantissime persone, ma soprattutto con Elise, e se ora si è stufata di perdonarmi, non posso darle torto. Quello che non sa è che io non sono la stessa persona che se n’è andata lasciandovi solo una lettera… questo esilio volontario mi ha cambiata profondamente, e ora so cosa devo fare. Devo dimostrare a Elise che non ho più intenzione di andarmene, che sono tornata e che ci rimarrò. Lei si aspetta di vedermi cedere, perché purtroppo lo ammetto, è sempre stato così con lei. Quando ci siamo conosciute, avevo paura di aprirmi all’amore, e quindi ho preso la via più facile, infilandomi nel suo letto ogni volta che ne avevamo voglia, ma mettendo sempre bene in chiaro che si trattava di un qualcosa di temporaneo, di indefinito, senza legami… e al tempo stesso, però, ho coltivato la nostra amicizia, perché non volevo e non potevo stare lontana da lei. Per dieci anni ho fatto quello che mi sembrava più facile, senza tenere conto di quanto la stavo ferendo. Ma ora basta. Sarebbe più facile scappare ancora, rinunciare, perché così non sarei ferita dal suo rifiuto, e invece stavolta rimarrò, prenderò tutte le cattiverie che vorrà lanciarmi addosso, perché è suo diritto farlo. Ha il diritto di ferirmi come io ho ferito lei. Ma alla fine, si renderà conto anche lei che non c’è altra possibilità per noi - per tutte noi - se non stare insieme. Alla fine si ricorderà che io e lei siamo anime gemelle, e che le difficoltà potranno tenerci lontane momentaneamente, ma non per sempre. Lotterò per lei, Di. Ma ho bisogno del tuo aiuto.”

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Wednesday, December 9, 2020

Reese Girls - Capitolo 10

 


10.
TORNERAI A ODIARMI DOMANI?

 


 

Quando Vivien parcheggiò davanti a casa di Dianna era un pochino nervosa. Era in ritardo, ma questa non era esattamente una novità, visto che non era mai in orario per niente, e non era quello il motivo per cui era nervosa. Il problema era Dianna. Dire che non andavano d’accordo era un eufemismo. Certo, dopo quello scazzo la prima settimana di riprese, quando lei aveva suggerito in modo molto sottile e inglese che l’altra donna aveva un palo su per il culo che doveva togliere se voleva diventare una grande attrice, non avevano avuto altre discussioni, ma più che altro era perché cercavano di evitarsi il più possibile. Ora stavano per passare insieme un’intera serata, a casa di Dianna, tra l’altro, e Vivien aveva paura che sarebbero arrivate a un punto in cui avrebbero rovinato la serata a tutti discutendo per qualcosa di stupido, come quella volta sul set. Aveva pensato che quella serata avrebbe potuto migliorare le cose tra loro… e se invece le avrebbe peggiorate? E se passare più tempo insieme avrebbe alimentato l’antipatia che Dianna provava nei suoi confronti, invece che estinguerla?
Non era  da Vivien interessarsi così tanto di cosa un’altra persona pensava di lei. Solitamente lei viveva la sua vita, e se a qualcuno non piaceva, beh, affari loro, ma quell’animosità con Dianna la infastidiva, e non sapeva perché. In realtà, lei avrebbe voluto conoscerla meglio, persino diventare amiche. Quindi magari quella sera sarebbe stata una buona occasione per farlo, ma comunque, Vivien era nervosa, e non era una sensazione che le piaceva.
Finalmente suonò il campanello. Tutti gli altri erano già arrivati, quindi si scusò per il ritardo e venne presa in giro da Kyle quando si lamentò del traffico in quella città. Kyle amava chiamarla Regina d’Inghilterra ogni volta che lei faceva paragoni tra Los Angeles e la sua città natale.
Si sistemarono fuori sul patio e iniziarono a chiacchierare. Vivien fu molto sorpresa quando scoprì che Dianna era una fumatrice come lei. La brunetta sembrava così perbenino, Vivien non avrebbe mai immaginato che potesse avere un vizio simile. Un piccolo piacere puzzolente, come Kyle l’aveva chiamato, dicendo di essere sollevato che ora c’era qualcuno che condivideva quello stesso vizio e che avrebbe accompagnato Dianna fuori dal set a fumare da quel momento in poi.
Era stato Chris a cambiare argomento, proponendo un brindisi e confessando che lui e Delilah si erano finalmente messi insieme. Erano tutti felici per loro, ma non sorpresi. A Vivien era sembrato chiaro sin dal primo giorno che c’era qualcosa tra quei due, e pensò che formavano proprio una gran bella coppia.
“E tu, Vivien?” chiese Delilah dopo il brindisi? “Ti stai vedendo con qualcuno di speciale?”
Vivien si prese un attimo per rispondere. Si stava vedendo con Elise? Beh, facevano sesso abbastanza regolarmente, ma non stavano insieme, e probabilmente non lo sarebbero mai state. E poi, Elise al momento si stava frequentando con il suo hockeista tedesco, quindi…

Sunday, December 6, 2020

Tessellate - Capitolo 28

 

28.
YOU'RE NOT MY HOMELAND ANYMORE, SO WHAT AM I DEFENDING?

 

 

 

Vivien scese dal taxi e si rigirò la chiave di casa tra le mani, mentre cercava di tenere il suo respiro e il battito del suo cuore sotto controllo. Non sapeva cosa l’avrebbe aspettata una volta varcato quel cancello e quella porta, ma qualunque cosa fosse era nervosa. Certo, Dianna sapeva che prima o poi sarebbe tornata, ma non così presto, non solo due giorni dopo che si erano salutate all’aeroporto di Malaga, mentre Elise…  Elise era l’incognita. Dianna le aveva detto che la bionda era molto arrabbiata con lei, e Vivien la conosceva abbastanza bene da sapere che con lei la riconciliazione non sarebbe stata facile come quella con Dianna - sempre che di facile si potesse parlare. Sperava solo che la felicità per il suo ritorno potesse smorzare un po’ quella rabbia, in modo che potessero parlare e lei potesse scusarsi e cercare di farle capire i motivi dietro la sua decisione che, col senno di poi, forse era stata un po’ troppo avventata. Ma in fondo lei era quella del tutto o niente, quindi che altro ci si poteva aspettare?
Ripose la chiave in tasca e decise che no, non l’avrebbe usata. Avrebbe suonato al campanello, perché in fondo quella casa ormai era sua solo a livello giuridico, un nome su un contratto, ma non viveva più lì da mesi, e sarebbe stata una terribile invasione di privacy se fosse semplicemente entrata, senza neanche annunciarsi. In realtà, aveva paura che Dianna ed Elise non sopravvivessero allo shock di semplicemente trovarsela in salotto.
Temporeggiò accendendosi una sigaretta, e mentre la fumava si guardò intorno. Era tutto così familiare, eppure le sembrava appartenere a una vita passata. Nei sette mesi precedenti era stato come se il tempo si fosse dilatato, e quasi le erano sembrati sette anni, e ora la sua casa a Beverly Hills, che in quel momento esibiva un cartello che annunciava che la festa di Tory era lì, e quel vicinato le parevano come se facessero parte di un sogno, e non di quella che fino a pochi mesi fa era stata la sua realtà quotidiana.
Controllò l’orario sullo schermo del telefono e si accorse che le era arrivato un messaggio. Sebastian, ovviamente.
- Sii la solita schifosamente affascinante Vivien… un po’ di dahling di qua, un po’ di dahling di là, e vedrai che andrà tutto bene. Chi potrebbe resisterti, in fondo? -
Vivien scosse la testa e rise. Il suo amico era veramente un imbecille! E in quel preciso istante aveva anche torto: aveva provato a essere la solita schifosamente affascinante Vivien con Dianna, ed era finita con un crollo emotivo in piena regola. Non poteva presentarsi da Elise come se nulla fosse successo, ammiccare un po’ e sperare che la bionda si dimenticasse del dolore che aveva provato per sette lunghi mesi a causa sua e semplicemente ripartissero da dove si erano interrotte prima che lei andasse via. Era folle anche solo pensarlo, e non sarebbe stato giusto. Elise meritava la sua totale onestà, esattamente come l’aveva avuta Dianna quando erano a Nerja, non poteva semplicemente cercare di affascinarla con il suo solito comportamento come se fossero due estranee e lei stesse cercando di rimorchiarsela.
- E se fossi semplicemente Vivien? Un pochino meno irresistibile, lo so, ma sicuramente molto più vera. -
- Non cambierei quella Vivien con niente al mondo. Non avere paura, ok? Sono con te. -

Wednesday, December 2, 2020

Reese Girls - Capitolo 9

 

9.
SE IO AVESSI UN CORPO COME IL TUO, ANDREI IN GIRO NUDA TUTTO IL TEMPO

 


 

A volte Vivien rifletteva sulla sua dipendenza da caffeina, e si chiedeva quanto caffè poteva essere considerato troppo, e se un giorno l’avrebbe uccisa. Non che facesse alcuna differenza, in realtà, visto che non sarebbe stata in grado di funzionare senza quel liquido delizioso e al tempo stesso disgustoso che le scorreva nelle vene. Ne aveva bisogno più di quanto avesse bisogno di aria nei polmoni e sapeva che, senza, sarebbe stata una pessima attrice. Aveva iniziato a berlo subito dopo aver smesso di allattare Virginia, quando stava cercando di giostrarsi tra i suoi esami finali, la recitazione, e un bebè urlante, e non aveva mai smesso.
Quel giorno aveva bisogno di una dose extra di caffeina per tenersi sveglia e funzionante, visto che aveva a malapena chiuso occhio la notte precedente, troppo triste dopo aver consolato la sua bambina fino a farla addormentare, ed era dovuta arrivare presto sul set. Fortunatamente, alle quattro del pomeriggio aveva finito per quel giorno ed era pronta ad andare a casa e farsi un pisolino prima di iniziare a preparare la cena - il che, nel suo mondo, voleva dire o ordinare qualcosa o intortarsi Elise fino a farla venire da lei a cucinare per  loro. Avere una specie di dea della cucina come migliore amica aveva decisamente i suoi lati positivi.
Vivien aveva pensato molto a Elise in quel periodo, da quando aveva avuto quella conversazione con Gin sul loro rapporto, e tutti quei pensieri finivano sempre con una domanda: e se? Era un pensiero spaventoso. Amava Elise, l’amava da morire, ed era una delle poche persone con cui le piaceva davvero passare del tempo. E non era solo quello: il sesso era grandioso, il migliore della sua vita in realtà, e la biondina la capiva come nessuno era mai stato in grado di fare, nemmeno Naomi ai tempi. Quindi cosa stava aspettando? Era chiaro che Elise provasse qualcosa di forte per lei, ed era meravigliosa con Gin, e l’adolescente era molto attaccata a lei. Ma una relazione? Era davvero pronta per una relazione? I suoi precedenti in quel campo non erano esattamente dei migliori: era stata con Claire per qualche mese quando ancora viveva a Londra, ma tra la sua carriera in ascesa  e il suo cuore ancora ferito da quello che era successo con Naomi, quella relazione era affondata prima ancora che avesse la possibilità di salpare veramente. E poi c’era stato Julian, anche se non si sarebbe azzardata a chiamare quel breve fling una relazione. Il fatto era che non era mai stata brava nelle relazioni. Sesso? Assolutamente sì, aveva un master e un dottorato in scopate, ma le relazioni erano una cosa completamente diversa e aveva paura di non essere fatta per averne. E se lei ed Elise si fossero messe insieme, creando in Gin delle aspettative, e poi lei avesse mandato tutto a puttane? Non poteva sopportare l’idea di distruggere i sogni della sua bambina in quel modo.

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