La professoressa Zanon era una visione!
Era questo pensiero che affollava la mente di Regina la mattina del secondo giorno di scuola, e in quel momento ogni singolo dubbio o remora che poteva aver avuto sulla sua decisione di iscriversi all'Istituto Privato Eleanor Roosevelt per ripetere il suo quarto anno di liceo linguistico scomparvero. Solo il poter vedere quella magnifica creatura quattro ore alla settimana per tutto l'anno valeva bene sia la retta salatissima, sia i compagni di classe decisamente snob.
Era questo pensiero che affollava la mente di Regina la mattina del secondo giorno di scuola, e in quel momento ogni singolo dubbio o remora che poteva aver avuto sulla sua decisione di iscriversi all'Istituto Privato Eleanor Roosevelt per ripetere il suo quarto anno di liceo linguistico scomparvero. Solo il poter vedere quella magnifica creatura quattro ore alla settimana per tutto l'anno valeva bene sia la retta salatissima, sia i compagni di classe decisamente snob.
Quando questa visione, questa fata irlandese sotto forma di
professoressa d'inglese era entrata in classe, con la sua gonna stretta e i
suoi tacchi a spillo, il cuore di Regina aveva saltato un paio di battiti. Nei
suoi dodici anni di carriera scolastica, non aveva mai visto un'insegnante così
bella.
Il corpo insegnanti della Roosevelt era tendenzialmente
giovane: la maggior parte dei professori non superava i quarant'anni: la
professoressa di storia e filosofia, Savati, era una neo-laureata di ventotto
anni, ma che aveva già il pugno d'acciaio necessario per essere la
coordinatrice di classe; il professor Galli, di italiano, non doveva averne più
di trentacinque e il professor Caruso, matematica, sicuramente non arrivava ai
quaranta.
E poi c'era la professoressa Zanon, Larissa
Zanon: due gambe che si fermavano solo perché c'era il pavimento, se no
sarebbero probabilmente andate avanti per chilometri, una cascata di capelli
rossi naturali, che le ricadevano leggermente mossi sulle spalle e sulla
schiena, gli occhi dell'azzurro più intenso che Regina avesse mai visto in vita
sua, e delle adorabili lentiggini chiare sul naso e sulle guance. Sembrava veramente
una fata uscita dalla tradizione irlandese. Regina non avrebbe saputo darle
un'età, perché avrebbe potuto avere tranquillamente tra i venticinque e i
trentacinque anni. Il suo portamento sembrava quello di una donna adulta,
mentre il viso era quello di una ragazzina poco più grande degli studenti
presenti in classe. Di una cosa Regina era assolutamente certa: non sarebbe mai
stata in grado di concentrarsi sulle lezioni, avendo davanti un simile
spettacolo.
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