Saturday, November 19, 2016

Tessellate - capitolo 4


4.
A THIEF, A WHORE AND A LIAR



Elise non riusciva a dormire. Era stato così da quando era tornata a casa dei suoi genitori per le vacanze, e nonostante la stanchezza - essere la madre di una bambina di due anni sotto Natale non era esattamente rilassante - quando si metteva finalmente a letto e chiudeva gli occhi non c’era verso di prendere sonno. Passava ore a fissare il soffitto, a rigirarsi tra le coperte, prendendo in mano il telefono con l’intenzione di mandare un messaggio a Vivien, e forse uno anche a Dianna, e tormentandosi e chiedendosi se fosse davvero il caso di scrivere, e infine rinunciandoci. Per qualche motivo, non le sembrava giusto. Dianna aveva praticamente impedito a Vivien di contattarla e, sebbene non avesse esteso quel divieto di comunicazione anche a loro due, Elise non riusciva a togliersi di dosso la sensazione che parlare con Vivien sarebbe stato come un ulteriore tradimento nei confronti di una donna che era già stata tradita abbastanza, e che non lo meritava.
Era paradossale, in realtà, che l’idea di scrivere a Vivien o di telefonarle la facesse sentire così tanto in colpa quando, solo pochi giorni prima, aveva fatto sesso con lei davanti alla sua fidanzata.
Le immagini di quella notte le tornavano davanti di tanto in tanto come dei flashback, ma in modo confuso, quasi come se non fosse successo veramente, quasi come se non fosse stato reale, ma si fosse trattato di un sogno, uno di quei sogni che, al risveglio, si ricordano abbastanza vividamente in linea generale, ma che, quando si cerca di mettere a fuoco i dettagli, sfuggono via e fanno venire mal di testa per lo sforzo. Più volte, in quei giorni, Elise si era ritrovata a guardarsi allo specchio e ad ammirare i segni scuri che la bocca e i denti di Vivien avevano lasciato sulla sua pelle, solo per convincersi che era accaduto veramente, che non era stato un sogno, o un’allucinazione collettiva. Quei segni, che ora stavano svanendo, erano la prova inconfutabile di quello che aveva fatto, e facevano esplodere dentro di lei un misto di emozioni non totalmente piacevoli.

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