Wednesday, April 22, 2020

Tessellate - capitolo 9


9.
IT'S A SWEET LIFE


Quella mattina Vivien si svegliò che era passato mezzogiorno, rigenerata da un lungo sonno senza sogni. Il suo programma di lavoro quel giorno prevedeva solo due scene e lei avrebbe dovuto essere sul set solamente alle cinque di pomeriggio, fatto per il quale era estremamente grata, soprattutto dopo la faticaccia della sera prima.
Secondo i suoi calcoli, Dianna doveva essere a casa, perché anche lei aveva la giornata libera, mentre l’unico impegno di Elise era un ADR in mattinata. A volte Vivien si chiedeva perché programmassero delle giornate di lavoro intense come quella appena passata e altre completamente vuote o con solo un paio d’ore di riprese o di ADR. Non sarebbe stato meglio distribuire meglio le scene da girare in modo da avere tutti i giorni bilanciati? Quello, però, non era il suo lavoro, e non sapeva assolutamente quali fattori andassero a influenzare questi orari, quindi non si sarebbe mai sognata di lamentarsi direttamente con i produttori. E, in fondo, avere un giorno in più libero alla settimana non era per niente male.
Scese in cucina e trovò Dianna ai fornelli, intenta a preparare il pranzo, e Tory seduta al bancone con il suo album da colorare. Dal telefono di Dianna uscivano le note di Bohemian Rhapsody dei Queen, che zia e nipote stavano canticchiando mentre svolgevano le loro attività. Il cuore di Vivien esplose di tenerezza a quello spettacolo.
“Buongiorno a tutte” la rossa esclamò a voce alta per sovrastare la musica, e per tutta risposta Tory si voltò verso di lei e le regalò un’occhiataccia che ricordava tantissimo quella di sua madre.
“Shh, zia Vi! È il mio pezzo peferito!” sbuffò, poi tornò a concentrarsi sulla canzone. “Caramush, caramush, will you do the fandango!” intonò con tutto il pathos di cui una bambina di poco più di due anni era capace.
“Sì, zia Vi, shh!” Dianna ridacchiò facendo il verso a Tory, e si unì alla bambina a cantare.
Vivien rimase a godersi la scena finché la canzone non finì e Tory tornò a concentrarsi sul suo disegno. Lei si avvicinò a Dianna, la fece girare su se stessa per prenderla tra le braccia e le catturò le labbra in un lungo bacio.
“Buongiorno,” le sussurrò dolcemente.
“Cosa…?” Dianna iniziò, colta di sorpresa da quel gesto.
“Va tutto bene. Dammi un altro bacio.”
Dianna decise di non fare domande e di esaudire il desiderio della rossa, perdendosi in quel bacio come se non fossero in piedi in cucina con il pranzo che rischiava di bruciare e una bimba lì con loro che le guardava con la coda dell’occhio, forse per controllare che davvero zia Vi e zia Di si dessero ancora i bacini.