Sunday, January 7, 2018

Clean - capitolo 5


5.
CAN'T DECIDE IF IT'S A CHOICE GETTING SWEPT AWAY


Tre anni fa.

Sei nervosa. Molto più nervosa di quanto dovresti essere. Dopotutto, state solo andando a prendere un caffé insieme. Non è altro che un innocente caffé senza signficato con una persona che ti è stata presentata da una specie di amica. Non importa che la persona in questione sia la ragazza che ti ha praticamente spogliata con gli occhi per tutta la notte alla festa degli Oscar di Vanity Fair e che poi ti ha regalato un fiore che è praticamente un simbolo dell’amore lesbico. Non importa che, da quella notte, tu non hai mai smesso di pensare a lei. È solo un caffé.
Butti un occhio all’orologio: è ora di andare. Non vuoi essere in stra-anticipo, ma non vuoi neanche arrivare in ritardo. Esci dalla tua stanza d’albergo, accendendo l’iPod non appena chiudi la porta alle tue spalle. È un’abitudine che hai sviluppato da quando sei diventata famosa: musica alta nelle orecchie ogni volta che lasci la sicurezza e la tranquillità di casa tua per disconnetterti dal mondo intorno a te, e per coprire le voci che ti urlano di voltarti così che possono scattarti una fotografia.
Ti ci vogliono appena venti minuti per raggiungere il bar dove avete appuntamento, e ben presto la macchina si ferma di fronte all’ingresso.
“L’aspetto in fondo alla strada, miss Swift. C’è un posto libero lì avanti,” dice Joe mentre ti fa uscire.
Tutta questa storia della security è ancora abbastanza strana, ma è anche necessaria, dopo delle brutte esperienze che hai avuto. Sai che, se tua madre fosse lì, probabilmente insisterebbe per farti accompagnare dentro da Joe, ma tu preferisci così. I primi appuntamenti sono già abbastanza imbarazzanti senza avere gli occhi del tuo bodyguard addosso per tutto il tempo. Da dove Joe ha parcheggiato riesce tranquillamente a controllare la situazione attraverso la vetrina, quindi va tutto bene.
Quando entri nel bar e ti guardi intorno, la noti immediatamente, visto che si alza e agita la mano per salutarti.


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