Sunday, January 3, 2021

Tessellate - Capitolo 32

32.
THE PIECES OF THIS PUZZLE JUST DON'T FIT WITHOUT YOU

 

 

 

Vivien percorse il corridoio per arrivare all’ufficio dove si sarebbe tenuta la table read del finale di stagione di Treasure Hunt sentendo il cuore rimbombarle nel petto. Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che era stata lì che le sembrava appartenere a un’altra vita, una vita precedente nella quale lei non si riconosceva più.
Eppure era tornata.
Aveva parlato con Jason e lui l’aveva quasi supplicata di apparire nel finale di stagione, e di riprendere il ruolo di Talia l’anno successivo, se non proprio come personaggio regolare, almeno come ricorrente. Vivien aveva accettato, più che altro per i sensi di colpa che provava per il modo in cui se n’era andata e li aveva abbandonati l’anno prima.
Era assurdo pensare che fosse passato quasi un anno da quando aveva lasciato Los Angeles e la sua famiglia, visto che a lei sembrava un’eternità. Tutto era cambiato, lei stessa in primis, e ogni tanto si chiedeva se fosse ancora adatta quel mondo, a quella vita. Aveva provato una sensazione simile quando era tornata a Londra a girare il finale di The Homicide 7; dopo tanti anni trascorsi a Los Angeles, quel set e quel modo di lavorare che una volta le era stato tanto familiare, le era sembrato completamente estraneo, come se non avesse fatto realmente parte di lei così a lungo.
E poi c’erano le persone. La prospettiva di doversi relazionare con Kyle non la elettrizzava per nulla; l’unica volta che aveva visto l’uomo che almeno in parte era stato responsabile per la rovina della sua famiglia era stato al matrimonio di Chris e Delilah, e se n’era tenuta il più possibile alla larga, ma non sarebbe stato così facile evitarlo sul set. Ed Elise… erano passate due settimane dal matrimonio, da quando avevano ballato insieme e la bionda l’aveva velatamente incoraggiata a non perdere la speranza, che magari un giorno sarebbe stata disposta a perdonarla. Non si erano più viste da quel giorno, ma ogni tanto si erano sentite via messaggi. Vivien, intanto, non aveva mai smesso di scriverle lettere. In realtà, era stata proprio una di quelle lettere a iniziare lo scambio di  messaggi. Dire che avessero parlato della loro situazione era un’esagerazione, ma almeno tutte quelle lettere non erano rimaste senza alcuna risposta, e Vivien ora sapeva che, in qualche modo, le sue parole erano arrivate a destinazione e che stavano facendo effetto sulla bionda. Sapeva che non sarebbero bastate - come Elise aveva detto mentre ballavano al matrimonio, aveva bisogno di fatti ora - ma erano pur sempre un passo avanti. Vivien non le avrebbe messo fretta. A lei c’erano voluti dieci anni per accettare i suoi sentimenti e decidersi a dare all’amore tra lei ed Elise una vera possibilità, quindi era giusto che la bionda si prendesse tutto il tempo necessario. Vivien era disposta ad aspettare anche altri dieci anni, perché Elise ne valeva la pena.
L’unico problema era che l’inglese viveva ancora in albergo, e stava iniziando a non tollerare più quella sistemazione così provvisoria e precaria. Avrebbe dovuto iniziare a cercare qualcosa, fosse anche solo un appartamento temporaneo in affitto, perché non poteva continuare a stare in una suite in eterno, per quanto comodo fosse. Forse era davvero il caso di iniziare a pensarci.

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