Wednesday, July 1, 2020

So it goes - Capitolo 3

3.
Memories, they're following me like a shadow



La prima cosa che ho pensato quando ho incontrato Rory, circa due anni prima, è stata ‘che pezzo di figa’. Lo so che è superficiale, e che non avrei dovuto fare certi pensieri su un’altra donna quando avevo una relazione stabile e felice, ma non sono cieca. È sempre stato il mio problema: sono gay e debole, e non capisco più niente quando vedo un paio di belle gambe. Non per niente stravedo per Karlie Kloss!
Il mio secondo pensiero, invece, è stato che non la sopportavo!
Ha iniziato a lavorare a scuola solo un paio di mesi dopo di me, e a quel punto mi ero già ambientata bene, quindi il modo in cui è arrivata e si comportava come se l’intero posto le appartenesse mi ha dato davvero i nervi, così tanto che la frase ‘che è morto e ti ha fatta diventare regina?’ è stata usata più di una volta, almeno nella mia testa, seguita da un profondo senso di vergogna verso me stessa per essermi abbassata a tal punto di usare un’espressione così immatura.
Ho provato a essere civile con lei, persino gentile, ma l’irritazione è rimasta. E poi un giorno si è comportata come una grandissima stronza doppiogiochista, andando a riferire al mio capo le mie lamentele riguardo delle riunioni a mio parere inutili. Ma non solo, ha anche parlato con le mie amiche raccontando loro una versione dei fatti completamente rivisitata che mi faceva passare per una perfetta imbecille che non sa tenere la bocca chiusa quando il suo capo è nei paraggi, invece che fare uscire lei come la stronza immatura che era.
Alla fine però questa storia non ha avuto delle conseguenze su di me, visto che la direttrice della scuola mi ha solo pregata di rivolgere le mie lamentele direttamente a lei, invece che fare gossip inutile con le colleghe, ma questo evento mi ha insegnato non solo che non potevo fidarmi di Rory, ma anche che era veramente una persona orribile che bramava di avere non si sa che tipo di potere e che non si faceva problemi a fare qualunque cosa per ottenerlo. Quindi ho smesso di parlarle del tutto, chiedendomi perché per alcune persone il liceo sembra non finire mai.
È stato attorno a quel periodo che è stato coniato il suo soprannome ‘Stronza Tribrida’.

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