Thursday, July 9, 2020

Tessellate - Capitolo 12

12.
ENTWINED TOGETHER, ENTWINED FOREVER


“Sapete, se abbiamo intenzione di continuare con questa cosa, credo avremo bisogno di una cantina vini più grande,” sentenziò Vivien entrando in salotto con una bottiglia di Cabernet Sauvignon e tre bicchieri.
Ancora una volta si erano sedute attorno al tavolino della sala con il vino a parlare del loro rapporto. Vivien non aveva davvero tutti i torti a voler ampliare la loro enoteca, considerato quanto spesso si ritrovavano in quella situazione.
“Il che vuol dire che dovremo costruire una vera e propria cantina, visto che al momento tutte le nostre bottiglie sono in cucina. L’idea non mi dispiace, se devo essere sincera,” commentò Elise, che aveva sempre sognato una cantina vini nel seminterrato di casa, ma non aveva mai messo in pratica l’idea.
“Io approvo!” saltò su Dianna, battendo le mani con entusiasmo. “Quasi quasi domani mi faccio fare un preventivo per i lavori.”
Le tre donne risero, e Vivien ancora una volta si sentì il cuore gonfio di gioia per la scena davanti ai suoi occhi. Eccole lì, lei insieme alle due donne della sua vita, a proporre cambiamenti a una casa che legalmente era solo sua, ma in realtà apparteneva a tutte loro. Forse dopo quella sera in cui si sperava avrebbero finalizzato il loro rapporto una volta per tutte, sarebbe stato il caso di rendere quella casa di proprietà di tutte, e non esclusivamente sua.
Si accomodarono tutte sui divani, e si guardarono in silenzio. Come sempre, fu Vivien la prima a parlare.
“Siamo qui riunite per celebrare l’unione di queste tre donne in un’unica, meravigliosa troppia.”
Le altre due scoppiarono a ridere.
“Certo che ne dici di strozzate eh,” la prese in giro Elise.
Vivien scrollò le spalle. “Stavo solo cercando di spezzare la tensione. Vi conosco troppo bene ormai e so che questa qui,” disse indicando Dianna “ha i criceti nel cervello che vanno a mille e tu, El, stai comunque facendoti mille domande. O mi sbaglio?”
Dianna ed Elise si scambiarono uno sguardo.
“Veramente i miei criceti hanno smesso di girare,” Dianna confessò. “Mi è bastato tornare a casa l’altra sera e vedervi giocare con Tory, unirmi a voi, per farmi passare tutti i dubbi. Voglio fare questa cosa, la voglio tantissimo. Noi - noi tre e Tory - insieme abbiamo un senso.”
“È quello che ho detto io,” confermò Elise.
“Quindi non ci resta che stabilire le regole,” dichiarò la rossa.
“Regole?” Due voci parlarono simultaneamente, e due paia di sopracciglia si aggrottarono. Vivien, la cui natura era proprio quella di sfidare le regole, la donna che probabilmente incarnava il concetto di caos e anarchia, voleva stabilire delle regole a un rapporto che andava contro norma. Era paradossale, e quasi ridicolo.
L’inglese annuì. “Per come la vedo io, ci troviamo in una situazione che va al di là della logica di ciò che abbiamo sempre conosciuto. So bene che le relazioni poliamorose esistono, ma solitamente si tratta di una persona che ha più relazioni simultaneamente - il che è più o meno quello che ho fatto io negli ultimi mesi - o è una coppia che decide di fare entrare una terza persona nello scenario a due. Per quanto sia vero che io e Dianna siamo state fino ad adesso la coppia ‘ufficiale’ - passatemi il termine - è innegabile anche che il rapporto mio e di Elise è nato prima, anche se non è mai stato definito. E poi ci siete voi due, che state scoprendo di provare qualcosa l’una per l’altra. Insomma, a mio parere questa cosa rischia di diventare un gran casino se non mettiamo giù almeno un paio di linee guida. Mi seguite?”
“Non lo so, Vie, ma tu prova a dirci cosa hai in mente e vediamo se riusciamo a capirti,” suggerì Elise, alla quale stava già sbocciando un principio di mal di testa. Sentire Vivien parlare in modo così schematico andava al di là di ciò che si sarebbe mai potuta immaginare.
Dianna si trovò d’accordo, ma al contrario di Elise non era per niente confusa. Vivien in quel momento si stava comportando come si sarebbe comportata lei se avesse preso in mano le redini di quella relazione, da brava maniaca del controllo quale era, e quindi si sentiva perfettamente a suo agio con l’idea di poter avere una sorta di linee guida - come Vivien le aveva chiamate - da seguire.
“Ok, punto numero uno: sesso.”

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