Wednesday, August 12, 2020

So it goes - capitolo 15

 

15.
Like every inch of me is bruised

 

 

Due anni fa Jean mi chiese di descriverle come sarebbe stato il mio compleanno ideale. Le dissi che sarebbe stato con qualcuno che amavo - nello specifico, ai tempi, Lilian - a visitare qualche posto meraviglioso nel mondo. Ci sarebbe stata una cheesecake al triplo cioccolato, una discreta quantità di birra acida proveniente dal Belgio, e un sacco di buona musica.
Non pensavo ci avrebbe mai prestato più di tanta attenzione e che se lo fosse dimenticata, ma ora che finalmente ferma la macchina in cui siamo state per le scorse due ore e mezza e vedo l’Alhambra di Granada, che per quanto mi riguarda è uno dei posti più belli e magici del mondo, di fronte a me, mi rendo conto che è da chissà quanto che sta organizzando questa giornata per rendere il mio primo compleanno senza la persona che amo il migliore possibile viste le circostanze.
È sabato, il giorno prima del mio trentatreesimo compleanno, e stiamo per iniziare la visita serale al Generalife, qualcosa che sono mesi che dico di voler fare.
“Oh mio dio!” boccheggio, troppo stupita per dire altro.
“Felice?” mi chiede Jean, e io le butto le braccia al collo per abbracciarla forte.
“Grazie,” mormoro con la voce rotta dall’emozione. “Sei la migliore!”
Ci fanno entrare alle otto in punto, e io sono così eccitata di essere lì che quasi mi trasformo in una bambina di cinque anni, saltellando sul posto durante l’attesa. Ci sono già stata due volte, la prima con Jean un paio di mesi dopo essermi trasferita in Spagna, e la seconda con Lilian, ma mai di sera, e vedere i giardini e il palazzo in stile arabo con questa luce è un’esperienza completamente diversa che mi lascia senza fiato.

- Continua su EFP -

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