Wednesday, August 19, 2020

So it goes - Capitolo 17

 

17.
Sweeter than heaven and hotter than hell

 

 

Dicembre arriva in un batter d’occhio. Le decorazioni natalizie iniziano ad apparire ovunque in città, e la scuola non fa eccezione.
Il Natale mi ha sempre dato sentimenti contrastanti: visto che sono cresciuta senza una vera e propria famiglia, per me era un ennesimo modo per ricordarmi di tutto ciò che non avevo e che avevo sempre voluto. Certo, ci sono stati alcuni anni in cui ero in affido da delle belle famiglie e mi sono goduta i festeggiamenti, ma non è mai stato il momento più felice dell’anno per me.
Poi è arrivata Lilian ed è cambiato tutto. Con lei ho iniziato finalmente a capire cosa voleva dire passare le feste con qualcuno che mi amava, e il Natale ha iniziato a piacermi, ho iniziato a sentirmi eccitata per le decorazioni, comprare i regali, mettere insieme il menu per la cena di famiglia. Un vero Natale con una vera famiglia, tutto ciò che avevo sempre voluto ma non avevo mai avuto.
E ora sono tornata al punto di partenza: abbandonata, sola, e sto per passare il Natale con una famiglia - quella di Jean nello specifico - a cui non appartengo, che mi ha accolta solo perché sono l’equivalente umano di un gatto randagio sotto la pioggia. Jean mi sgrida quando mi sente parlare così, giurando che la sua famiglia è davvero felice di avermi con loro per Natale, che non è solo pietà, ma non cambia il fatto che, per la prima volta in otto anni, non sarò circondata dall’amore della mia famiglia, quella che avevo scelto per me stessa; per la prima volta in otto anni sarò di nuovo ospite a casa di qualcun altro, ai festeggiamenti di qualcun altro.
Per questo motivo sono un po’ riluttante all’idea di decorare l’appartamento, ma tecnicamente è casa di Jean, quindi si fa quello che dice lei, e lei ha spirito festivo in abbondanza, quindi metto da parte il mio umore tetro e da rovina-feste e l’aiuto a fare l’albero, iniziando a fare scommesse su quanto ci metterà il gatto a distruggerlo.
Little Buddha è finalmente venuto a vivere con me, anche se il suo nuovo nome è Sirius. Mi ci è voluto così tanto a trovargli un nome che mi ero quasi rassegnata a chiamarlo solo “Gatto”, come quello di “Colazione da Tiffany”. Poi un giorno stavo riguardando “Harry Potter e l’Ordine della Fenice” con Jean e quando Harry ha chiamato il nome di Sirius, il gatto ha fatto il miao più tenue che io abbia mai sentito in vita mia - l’unico che ho sentito uscire dalla sua bocca, come se stesse rispondendo a una chiamata, così ho deciso che quello sarebbe stato il suo nome.

- Continua su EFP -

No comments:

Post a Comment