Monday, August 17, 2020

Tessellate - Capitolo 13

 

13.
THIS FIRE THAT MAKES US YEARN

 

 

Un temporale così non si vedeva da anni. Era iniziato verso le sette di quel sabato sera, quando Elise aveva appena messo in tavola la cena, con un vento fortissimo, grosse gocce di pioggia che battevano incessantemente sui vetri della casa, e lampi che illuminavano le stanze a giorno.
Le tre donne di casa Raydolt ringraziarono che la piccola Tory stava passando il fine settimana con i nonni in Orange County, perché la bambina aveva una tremenda paura dei temporali, come molti duenni. Sarebbe stato impossibile per loro passare una serata tranquilla con una bimba terrorizzata in casa, e ancora di più sarebbe stato riuscire a riposare, cosa di cui avevano tutte bisogno dopo la settimana intensa che avevano avuto sul set e quella successiva che le aspettava.
In tutta onestà, erano anche felici di potersi godere un fine settimana, il primo da quando la loro relazione era diventata ufficiale, solo loro tre, senza doversi preoccupare che Tory potesse vederle fare qualcosa che avrebbe portato alle domande alle quali non erano ancora pronte a rispondere. E senza dover abbassare la voce quando facevano sesso, il che era successo altre due volte da quella prima volta la settimana prima. Tutte le altre sere si erano addormentate nell’enorme letto di Vivien - il loro letto ormai - troppo esauste dal lavoro per poter anche solo pensare di iniziare qualcosa di fisico. Se Tory aveva notato questa nuova sistemazione notturna non ne aveva fatto parola.
Tornando al temporale, le tre donne erano riuscite a finire la loro cena e a caricare la lavastoviglie quando un fulmine particolarmente intenso fece saltare la corrente in tutto il quartiere, o almeno così sembrava da dov’erano. Potevano sentire in lontananza gli allarmi impazzire, e guardando fuori dalla finestra era buio pesto.
“Menomale che a Vivien piacciono le candele,” commentò Dianna accendendo l’ennesimo cero che faceva sembrare il loro salotto una chiesa, su richiesta della rossa che aveva una leggera ossessione per le candele.
Elise si guardò intorno e ridacchiò. “Questa stanza sta diventando un filino melodrammatica… proprio come Vivien. A mio parere sarebbero bastati due o tre lumi, ma miss drama queen deve sempre esagerare.”
“Non sarebbe lei se non lo facesse,” concordò Dianna, divertita. A lei non dispiaceva l’atmosfera che si era creata. Era intima, quasi romantica. Era tentata di accedere il fuoco nel camino - che non avevano mai usato viste le elevate temperature di Los Angeles in pressoché ogni periodo dell’anno, e che anche quella sera avrebbe trasformato il soggiorno in un forno - e magari fare l’amore con le sue donne sul pavimento lì davanti.
Vivien, invece, era di tutt’altro avviso. Tornò in salotto dopo essere stata in camera sua, tenendo una scatolina di latta tra le mani e sventolandola di fronte alle altre due donne.
“Abbiamo una quantità assurda di gelato in freezer che verrà irrimediabilmente sprecato se non ritorna presto la corrente, per cui direi che è il caso di farci venire un po’ di fame e finirlo tutto. Possiamo sempre andare a correre domani mattina per smaltirlo.”
Le altre due conoscevano bene quella scatola: non era qualcosa che erano solite fare, soprattutto Dianna, ma non era certo la prima volta che approfittavano del fatto che i nonni di Tory desiderassero trascorrere con la bimba almeno un weekend al mese per concedersi quel piccolo vizio. Elise, soprattutto, aveva beneficiato del contenuto della scatolina magica di Vivien per rilassarsi quando si sentiva sopraffare dal lavoro e dalla maternità.
“Vuoi farti una canna per andare in fame chimica e finire tutto il gelato che abbiamo in casa?” la brunetta chiese conferma.
“Perché no?” Vivien scrollò le spalle. “È un modo come un altro per passare la serata.”
“Non ha tutti i torti,” disse Elise rivolgendosi a Dianna. “E sprecare tutto quel gelato è un vero peccato.”

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