Sunday, November 1, 2020

Tessellate - Capitolo 23

23.
I DARE YOU  TO MOVE

 

 

Luglio.

 

“Seriamente, Bas?” sospirò Vivien aprendo la porta, gli occhi socchiusi per non farsi accecare dalla luce del sole. “Sono le sei e mezza del mattino, non hai altro da fare? Non so, un bar da aprire, una vita da vivere che non includa rompere i coglioni a me alle prime luci dell’alba?”
L’uomo sorrise e scosse la testa, emanando entusiasmo da ogni poro. Aveva scampanellato così tanto quella mattina da trascinare Vivien fuori dal mondo dei sogni, e ora stava lì in piedi, con i suoi vestiti sportivi, sorridendo come se fosse normale presentarsi a casa della gente a quell’ora impossibile senza che vi fosse un pericolo di morte imminente.
“Ho dei dipendenti che possono aprire il bar al mio posto, mentre per quanto riguarda l’avere una vita… sono le sei e mezza del mattino, nessuno ha una vita a quest’ora!”
“Cos’ho fatto di male per meritarmi questo?” gemette l’attrice, coprendosi gli occhi con le mani perché la luce le stava dando veramente fastidio. “Cosa vuoi?”
“Voglio che tu ti vesta immediatamente e venga a correre con me.”
“Sì, certo,” sbuffò Vivien.
“Dico sul serio. Devi fare un po’ di movimento, ti stai inflaccidendo a stare tutto il giorno chiusa in casa a fare il topo da biblioteca.”
“Chiedo scusa?” la rossa chiese oltraggiata, perché flaccida non era una parola che si poteva abbinare alla sua figura, mai. Si era sempre vantata di avere il culo più sodo che avesse mai visto, e questo non sarebbe cambiato per un mesetto di inattività. O forse sì? Forse si stava veramente inflaccidendo. Eppure era dimagrita dal suo arrivo in Spagna, visto il poco che mangiava. I muscoli, però, non avevano niente a che fare con le calorie, e lei era abituata a correre o comunque fare attività fisica ogni singolo giorno, e adesso…
“D’accordo,” rispose rassegnata. “Dammi dieci minuti, e poi farai meglio a offrirmi almeno un intero secchio di caffè, se vuoi che sia una compagnia piacevole.”
Sebastian scoppiò a ridere. “Non basterebbe tutto il caffè del mondo per farti diventare una compagnia piacevole, Viv! Coraggio ora, se non sei qui entro dieci minuti vengo a trascinarti fuori in qualunque stato ti trovi.”
“Ti odio,” grugnì Vivien tra i denti, ma rientrò comunque in casa e si affrettò a prepararsi per quella corsa mattutina. Non sapeva come, ma in un modo o nell’altro Sebastian riusciva sempre ad averla vinta, e questa cosa la irritava a non finire, perché solitamente era lei quella che affascinava tutti fino a ottenere sempre quello che voleva. Il fascino di Sebastian, però, era molto diverso dal suo: lei era la classica bella e dannata, la cattiva ragazza, quella misteriosa per cui tutti inevitabilmente si prendevano una cotta proprio per questo suo essere quasi pericolosa, mentre Sebastian era sempre sorridente, gioviale, dolce, aperto, pur essendo anche sarcastico e pungente quando ci voleva… e forse era per questo che riusciva a convincere Vivien a fare quello che voleva, perché era il suo esatto opposto e al tempo stesso erano molto simili.
Da quel giorno diventò una routine: Sebastian si presentava a casa di Vivien alle sei e mezza tutte le mattine e andavano a correre per un’oretta insieme, poi passavano dal bar di lui per fare colazione. Tutte le mattine Sebastian cercava di convincere Vivien a restare fuori un po’ più a lungo, e tutte le mattine Vivien rifiutava e tornava a casa, dove trascorreva il resto della giornata. Però ora invece di chiudersi in camera da letto al buio, si sdraiava in giardino con il suo libro del momento, lasciando che il sole le accarezzasse la pelle mentre si perdeva in questo o quel mondo fittizio, e ogni tanto si tuffava in piscina per fare qualche bracciata a nuoto.

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