Sunday, November 29, 2020

Tessellate - Capitolo 27

 

27.
WE STILL WORSHIP THIS LOVE, EVEN IF IT'S A FALSE GOD

 

 

 

Dianna ripose l’ennesima lettera nella scatola dopo averla letta, e si asciugò le lacrime dal volto. Da quando si era messa a letto, poco dopo cena, non era riuscita a smettere di leggere le parole che Vivien aveva impresso per lei sulla carta, e non era riuscita nemmeno a smettere di piangere.
Controllò l’ora sullo schermo del suo telefono. Una e cinquantotto. Avrebbe dovuto dormire; il giorno dopo l’aspettava l’ultimo confronto con Vivien, quello decisivo, la sua ultima chance di convincerla a tornare a casa con lei, e poi un viaggio lunghissimo che l’avrebbe sfinita, e ovviamente la serie di bugie che aveva già raccontato e che avrebbe dovuto raccontare a Elise. Odiava mentirle, lo odiava più di qualunque altra cosa, ma non poteva, non poteva proprio dirle la verità. Ovviamente, a un certo punto, l’avrebbe fatto, e se tutto fosse andato come lei sperava si sarebbe presentata a casa con Vivien appresso, e le  sue bugie si sperava sarebbero passate in secondo piano, oscurate dalla gioia di riavere l’inglese con loro e di aver ricomposto la loro famiglia. Se invece così non fosse stato, allora era meglio aspettare, perché Elise era ancora troppo fragile sull’argomento, troppo arrabbiata, troppo distrutta per poter sopportare un’altra coltellata del genere - sapere che Vivien aveva rifiutato di tornare con loro nonostante tutto ciò che Dianna le aveva detto. No, decisamente non era il caso che Elise sapesse, non ancora.
Tutto quel piangere le aveva fatto venire sete, così si alzò dal letto e si diresse in cucina per prendere un po’ d’acqua. La luce del salotto era accesa, e così anche quelle del giardino. Strano, Vivien solitamente spegneva tutto prima di andare a dormire, il che voleva dire che l’inglese era ancora sveglia, e si trovava in giardino.
Dianna tornò in camera per prendere una felpa con cui coprirsi e la scatola con le lettere, poi si avventurò all’esterno in cerca della padrona di casa, trovandola sdraiata su uno dei lettini con lo sguardo fisso verso l’alto, che guardava le stelle.
“Anche tu non riesci a dormire?”
Vivien sussultò lievemente, perché non si aspettava il suo arrivo, ma si voltò verso di lei e le sorrise, scuotendo la testa.
“Mi succede spesso, ultimamente. Credo di aver dormito troppo nei primi periodi che sono stata qui, e ora il mio corpo ne ha abbastanza. Non sono mai stata una dormigliona, lo sai.”
Dianna si sedette sul lettino affianco a quello di Vivien, in modo da poterla guardare.
“E tu, invece?” chiese Vivien. “Cosa ti tiene sveglia?”
La brunetta indicò la scatola con le lettere che aveva appoggiato accanto a sé. “Tu.”
“Ah.”
“Viv, sono meravigliose… volevo leggere il copione prima, ma poi…”
“Sono venute prima in ordine cronologico, quindi ha un senso,” disse l’inglese. “Mi dispiace che ti stiano tenendo sveglia… dovresti riposare visto il viaggio che ti aspetta domani.”
Dianna scosse la testa. “Non importa… dormirò in aereo se proprio sarò stanca, o quando arriverò. Avevo bisogno di leggerle.”

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