38.
I can't talk to you when you're like this
La festa estiva della scuola è tenuta in un club con piscina, o come diavolo viene chiamato un posto del genere. È carino, all’aria aperta, con le luci che illuminano le piscine quando cala il sole. Il tema, quest’anno, sono gli anni Ottanta, e ovviamente io ho fatto del mio meglio per vestirmi in modo appropriato - amo amo amo le feste a tema! Sono finita a sembrare un misto tra Joan Jett e Axl Roses, e ne sono molto soddisfatta. Rory, invece, è assolutamente da togliere il fiato nel suo costume da Madonna; non riesco a smettere di guardarla.
Sembra che io non sia l’unica con questo problema, visto che uno studente - uno studente maschio - sta praticamente rubando la sua attenzione, sedendosi accanto a lei e parlando senza fermarsi - in spagnolo, aggiungerei, il che rovina completamente il proposito di questo evento. Lei sembra annoiata a morte, e avrei voluto andare a salvarla, ma ogni volta che provo ad avvicinarmi, continuo a essere fermata da qualcuno: Jean che vuole fare un giro di shot con me, Giselle che vuole chiacchierare perché ultimamente non riusciamo a vederci fuori da scuola, o qualche studente random che vuole fare quello per cui è qui - parlare inglese. Quando finalmente riesco a raggiungere Rory, sono esausta, e lei ha la faccia di una che vuole ricevere un proiettile nel cranio per mettere fine alle sue sofferenze.
“Posso unirmi a voi?” chiedo e lancio a Rory uno sguardo per farle intendere che sto cercando di salvarla da quel ruolo di baby-sitter per lo studente, e che se vuole può andare.
“Certo, prendi una sedia,” mi dice soltanto
Mi guardo intorno e non ci sono sedie vuote, quindi scrollo le spalle e rimango in piedi, inserendomi nella conversazione più noiosa di sempre, che probabilmente diventa ancora peggio perché siamo passate a parlare in inglese - per quanto ne sa questo tizio, io non parlo una parola di spagnolo - e lo studente sta davvero facendo fatica.
Dieci minuti dopo inizio a sentirmi un filo a disagio a stare in piedi. Rory sembra aver capito, perché si muove sul bordo della sedia e mi fa cenno di sedermi con lei. Non ci penso su troppo e lo faccio, mettendo un braccio sullo schienale per tenermi in equilibrio - due persone su una sedia abbastanza piccola, non è esattamente facile o comodo, ma quando Rory si appoggia con la schiena sul mio braccio, non posso fare a meno di sentirmi come se questa situazione fosse diventata un pochino troppo intima per il contesto. Mi volto per guardarla, per dirle, o almeno provare a dirle con gli occhi, che forse ci stiamo spingendo un po’ troppo oltre, che siamo un filino troppo ovvie, ma lei sta fissando davanti a sé, persa nei suoi pensieri mentre fa finta di ascoltare lo studente. È così tranquilla che mi rilasso anche io. Dopotutto, non c’è nulla di male in due amiche sedute un po’ troppo vicine perché stanno condividendo una sedia molto piccola, no?
No comments:
Post a Comment