Sunday, November 1, 2020

So it goes - Capitolo 38

 

38.
I can't talk to you when you're like this

 

 

La festa estiva della scuola è tenuta in un club con piscina, o come diavolo viene chiamato un posto del genere. È carino, all’aria aperta, con le luci che illuminano le piscine quando cala il sole. Il tema, quest’anno, sono gli anni Ottanta, e ovviamente io ho fatto del mio meglio per vestirmi in modo appropriato - amo amo amo le feste a tema! Sono finita a sembrare un misto tra Joan Jett e Axl Roses, e ne sono molto soddisfatta. Rory, invece, è assolutamente da togliere il fiato nel suo costume da Madonna; non riesco a smettere di guardarla.
Sembra che io non sia l’unica con questo problema, visto che uno studente - uno studente maschio - sta praticamente rubando la sua attenzione, sedendosi accanto a lei e parlando senza fermarsi - in spagnolo, aggiungerei, il che rovina completamente il proposito di questo evento. Lei sembra annoiata a morte, e avrei voluto andare a salvarla, ma  ogni volta che  provo ad avvicinarmi, continuo a essere fermata da qualcuno: Jean che vuole fare un giro di shot con me, Giselle che vuole chiacchierare perché ultimamente non riusciamo a vederci fuori da scuola, o qualche studente random che vuole fare quello per cui è qui - parlare inglese.  Quando finalmente riesco a raggiungere Rory, sono esausta, e  lei ha la faccia di una che vuole ricevere un proiettile nel cranio per mettere fine alle sue sofferenze.
“Posso unirmi a voi?” chiedo e lancio a Rory uno sguardo per farle intendere che sto cercando di salvarla da quel ruolo di baby-sitter per lo studente, e che se vuole può andare.
“Certo, prendi una sedia,” mi dice soltanto
Mi guardo intorno e non ci sono sedie vuote, quindi scrollo le spalle e rimango in piedi, inserendomi nella conversazione più noiosa di sempre, che probabilmente diventa ancora peggio perché siamo passate a parlare in inglese - per quanto ne sa questo tizio, io non parlo una parola di spagnolo - e lo studente sta davvero facendo fatica.
Dieci minuti dopo inizio a sentirmi un filo a disagio a stare in piedi. Rory sembra aver capito, perché si muove sul bordo della sedia e mi fa cenno di sedermi con lei. Non ci penso su troppo e lo faccio, mettendo un braccio sullo schienale per tenermi in equilibrio - due persone su una sedia abbastanza piccola, non è esattamente facile o comodo, ma quando Rory si appoggia con la schiena sul mio braccio, non posso fare a  meno di sentirmi come se questa situazione fosse diventata un pochino troppo intima per il contesto. Mi volto per guardarla, per dirle, o almeno provare a dirle con gli occhi, che forse ci stiamo spingendo un po’ troppo oltre, che siamo un filino troppo ovvie, ma lei sta fissando davanti a sé, persa nei suoi pensieri mentre fa finta di ascoltare lo studente. È così tranquilla che mi rilasso anche io. Dopotutto, non c’è nulla di male in due amiche sedute un po’ troppo vicine perché stanno condividendo una sedia molto piccola, no?

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