Sunday, November 15, 2020

Tessellate - Capitolo 25

 

25.
A TOURIST IN THE WAKING WORLD

 

 

Novembre.

 

“Papà, te l’ho detto, per quanto mi riguarda è ancora troppo presto per il casting,” Vivien ripetè quella che le sembrava essere diventata la sua frase standard nelle passate settimane. Ogni volta che il padre la chiamava per parlare del copione, la intimava a raggiungerlo a Londra per poter dare il via alla fase preliminare del casting. E lei, puntualmente, cercava di spiegargli che era inutile iniziare a cercare il cast per un film che non era ancora completato, e che probabilmente avrebbe avuto bisogno di un sacco di modifiche prima di poter iniziare le riprese.
Vivien sapeva che suo padre stava solo tentando di riportarla a casa, di averla vicina, ma lei non era ancora pronta per tornare a Londra. Non sapeva quando lo sarebbe stata, e sapeva benissimo che, una volta finito il copione, avrebbe dovuto lasciare Nerja e ributtarsi nella vita reale, ma per il momento era ancora una prospettiva troppo lontana. Non aveva iniziato a scrivere quella sceneggiatura per creare un film in tempo per la stagione degli Oscar dell’anno successivo, ma perché scrivere le serviva per guarire, e perché voleva che, prima o poi, quel film vedesse la luce del giorno. Suo padre, invece, non stava nella pelle all’idea di lavorare insieme e quindi era impaziente. Ormai era una scena che si ripeteva quasi ogni giorno.
Mentre era al telefono a discutere con il padre, Sebastian suonò alla porta per il loro appuntamento serale con vino e chiacchiere. Vivien lo fece entrare e gli fece cenno di accomodarsi in giardino. Nonostante le temperature fossero un pochino calate, era ancora piacevole stare all’aperto con anche solo una felpina, e i due amici non avevano intenzione di rinunciare alle loro serate in giardino finché non fossero scesi almeno sotto i quindici gradi.
“Senti papà, ora devo andare,” disse Vivien per tagliare corto. “Ho ospiti a casa. Ne riparliamo con calma. Intanto quando puoi mandami le modifiche per quelle scene che ti ho spedito l’altro giorno, d’accordo? Va bene, saluta tutti. Ciao.”
L’inglese chiuse la conversazione e si lasciò cadere sul divanetto. “Ugh, non lo vuole capire che non ho intenzione di tornare a Londra almeno per ora. Ogni giorno la stessa storia.”
“Forse allora dovresti seriamente iniziare a considerare la cosa?” suggerì Sebastian, attirandosi addosso un’occhiata di fuoco da Vivien.
“Ma tu da che parte stai?” si lamentò l’attrice.
“Dalla tua, lo sai che sono sempre dalla tua parte, ma Viv… ne abbiamo parlato di questa cosa settimane fa, e ancora non hai fatto un passo avanti. Ora che il copione è quasi finito…”
“Fermo dove sei,” lo interruppe Vivien, alzandosi per poter andare a prendere il cavatappi che Sebastian aveva stranamente dimenticato. “Non ti ho fatto venire qui stasera perché avevo bisogno di uno psicologo, o di un consulente per la carriera, e nemmeno di una ramanzina su come la mia vita non fa progressi. Tutto ciò che volevo era godermi una bottiglia di vino con il mio migliore amico a parlare di cazzate, possiamo farlo?”
“Io ho un’idea migliore per aiutarti a schiarirti le idee,” rispose Bas con un ghigno sul volto.

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