Saturday, September 5, 2020

So it goes - Capitolo 22

 

22.
Playing hide and seek

 

 

Rory deve aver mentito. Non era una ginnasta, ma una fottuta velocista, questo è sicuro.
Quando sono finite le lezioni, è scomparsa dalla scuola alla macchina e fuori dal cancello più velocemente di Usain Bolt. Ginnasta un cazzo!
Le mando un messaggio non appena arrivo a casa. Lo visualizza, ma non mi risponde. Provo a chiamarla, e rifiuta le chiamate. Mi fa incazzare da morire.
Passo la notte in uno stato di dormiveglia, sento le labbra di Rory ancora sulle mie, e mi sento divisa tra la voglia, il bisogno di sentirla ovunque e la rabbia per il modo in cui sta evitando di parlarmi.
Il mattino dopo arrivo a scuola presto, in estrema carenza di sonno ma decisa a costringere Rory a parlarmi. Mi siedo a uno dei tavolini nel cortile nonostante l’aria mattutina sia pungente, mi accendo una sigaretta e aspetto. Conosco il suo orario abbastanza bene, visto che ne abbiamo parlato giusto ieri mattina, quindi sono sicura che arriverà a breve. Sono a metà della seconda sigaretta quando il cancello si apre e la macchina di Rory entra nel parcheggio. Lei esce dalla macchina e, appena mi vede, mi saluta appena e si affretta a entrare a scuola.
“Non pensi che dovremmo parlarne?” le urlo dietro, determinata a non farla scappare.
Si ferma di colpo, ma non si volta a guardarmi.
“Parlare di cosa?”
Alzo gli occhi al cielo. Non mi piace quando le persone fanno finta di essere stupide, soprattutto quando non sono stupide per niente.
“Oh, non saprei… forse il fatto che ieri mi ha spinta in bagno tra una lezione e l’altra e mi hai infilato la lingua in bocca?”

- Continua su EFP -

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