Sunday, September 20, 2020

Tessellate - Capitolo 17

 

17.
THE END OF LOVE

 

 

Non appena entrarono in casa Elise e Dianna notarono subito la busta sul tavolino, e la brunetta sentì un brivido scenderle lungo la schiena. Aveva un bruttissimo presentimento, una sensazione che la accompagnava dalla sera prima quando Vivien era uscita a cena con Kirsten ed era tornata che loro erano già addormentate, e invece di infilarsi nel letto con loro aveva dormito in quella che una volta era la camera di Elise. Si era poi rafforzata quando, quella mattina, l’inglese aveva dichiarato di avere delle faccende da sbrigare in casa e non era andata al supermercato con loro. E ora quella busta, con i loro due nomi scritti con la grafia un po’ disordinata di Vivien. C’era definitivamente qualcosa che non andava.
Lessero la lettera stando in piedi all’ingresso, e mano a mano che le parole scorrevano Dianna sentì le lacrime iniziare a riempirle gli occhi e scenderle sulle guance. Notò che la mano di Elise, che stava reggendo il foglio, stava tremando come se fosse scossa da brividi di freddo, così le passò un braccio intorno alle spalle e la strinse a sé.
Vivien se n’era andata. Le aveva lasciate.
Dianna non riusciva a credere che stesse succedendo. La lettera di Vivien non aveva senso per lei, perché l’inglese forse sarà anche stata un po’ incasinata, ma sicuramente non era tutte quelle cose che di cui si autoaccusava. Era stata per lei una ragazza meravigliosa, e sicuramente era lo stesso per Elise, e una mamma straordinaria per Tory. Come poteva averle piantate in asso così, giustificandosi dietro a un atto di amore e altruismo, quando la realtà era che aveva distrutto quella famiglia che avevano faticato tanto per mettere insieme e per trovarvi un equilibrio, una famiglia che solo ora stavano iniziando a godersi veramente?
Si voltò verso Elise e ciò che vide la terrorizzò. La bionda era come congelata sul posto, gli occhi fissi davanti a sé che non tradivano alcuna emozione - erano semplicemente vuoti. E tremava. Tremava tantissimo.
“El?” le sussurrò, ma non ricevette risposta. “Elise?”
Le gambe di Elise sembrarono cedere improvvisamente, e la donna si accasciò a terra, stringendo la lettera tra le mani così tanto da accartocciarla, il corpo ancora scosso dai tremori.
“El, ti prego, respira,” Dianna si affrettò ad accovacciarsi sul pavimento vicino all’altra donna e ad accarezzarle la schiena, temendo di stare per assistere a un attacco di panico da parte della bionda. Il che sarebbe stato un bel casino, perché in passato era stata Elise a calmare gli attacchi di panico di Dianna, non viceversa, e la brunetta non aveva la più pallida idea di dove cominciare. Fortunatamente, però, si era sbagliata. Elise stava respirando normalmente, e il battito del suo cuore era regolare. Solo sembrava l’avessero completamente svuotata, come se quella lettera le avesse succhiato via tutta l’anima e ora fosse rimasto solo un tremolante guscio vuoto che fissava il nulla con occhi vacui.

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